Antonietta ha trentanove anni, e ce l’aveva sempre messa tutta per essere la moglie ideale. Aveva imparato fin da ragazzina a cucinare piatti deliziosi, teneva in ordine la casa e conosceva tutti i rimedi per smacchiare senza fare danni ma non c’era niente da fare. Negli anni era diventata una moglie annoiata e una casalinga bagnata.
Non era certo solo una massaia, quando apparecchiava spruzzava nell’aria qualche goccia di vaniglia nera per stimolare i sensi del marito. Acquistava ogni mese almeno un nuovo completino intimo, le piacevano quelli in pizzo trasparente, rosso fuoco, con calze a rete nere.
Andava in palestra, acquagym, per tenersi soda e in forma, estetista tutte le settimane, rossetto marcato e profumo costoso, dolce, con una punta di acido. I colleghi del marito gli davano di gomito per quanto lei fosse una moglie mozzafiato, lei li aveva visti, ma lui niente.
Suo marito infatti già dopo i primi mesi di matrimonio aveva iniziato a ignorarla. Era gentile certo, occasionalmente diventava anche molto appassionato. Ma il più delle volte tornava a casa la sera, beveva una birra, si piazzava davanti alla televisione e non dava proprio segni di vederla in quel modo.
Lei sentiva invece crescere l’eccitazione al pensiero di certe loro scopate. Si profumava, vestiva con calze velate ben contenta all’idea che le venissero strappate via, rigate e slabbrate. E invece finita la cena il pizzo troppo aderente in mezzo alle gambe iniziava a bagnarsi e a pruderle, e i lacci sottili dell’intimo rocambolesco, a segnarle i fianchi, finchè non andava a dormire, allora si ritrovava piena di strisce rosse e si rimetteva i mutandoni.
Una sera nel letto, Antonietta sentì che non ne poteva proprio più di aspettare. Non riuscì a dormire pensò che non ce la faceva più a resistere in quella vita noiosa, ma non sapeva come approcciare, non l’aveva mai fatto. Con lo smartphone trovò un sito di incontri, “era semplice”, si disse, “proviamo”, si scrisse qualche messaggio con un uomo di Parma come lei, appuntamento in un bar vicino alla stazione degli autobus.
La mattina si vestì con il suo completino più scomodo. Si infilò le calze e un vestito di cotone a fiori. Spruzzò del profumo sul collo e tra le cosce, una passata di rossetto e salì sull’autobus, era in anticipo, ma almeno avrebbe potuto vedere arrivare la persona con cui si era sentita.
Invece non ebbe bisogno di cercare così tanto. Appena salita vide il conducente dell’autobus guardarle le gambe velate di nero, era un uomo grosso, le dita tozze e la barba un po’ ispida. Proprio quello che piaceva a lei, e che non era suo marito. Antonietta lo guardò con aria timida, lui si girò un po’ a disagio, che fosse lui? Si sedette proprio in modo che dallo specchietto lui potesse vederle bene le gambe. Le accavallava volontariamente lasciando intravedere un po’ del rosso del pizzo delle mutandine.
Fece così tutto il viaggio e lui quasi rischiò di mancare un rosso per quanto era distratto dalle sue gambe tornite. Una fermata prima del capolinea, a fine turno lui fermò l’autobus, si alzò, si levò il cappello buttandolo su una sedia di plastica e lei aprì le gambe. Mai sentita un fica tanto bagnata, pensò lui con due dita dentro quella fessura morbida e lattiginosa. Non fece neanche in tempo a muoverle che lei già ebbe un gemito, e si afferrò alla sua cintura. Aprì i pantaloni e se lo mise tutto in bocca, cazzo quanto le era mancato un uomo così eccitato solo a guardarle le gambe.
L’autista, intanto, con le dita si muoveva a piccoli tocchi bagnati sul clitoride della bella casalinga bagnata e poi dentro, affondando lento, a volte non riusciva nemmeno a coordinarsi, lei succhiava così forte e così bene che sembrava volesse ingoiarlo tutto. Gli aveva sporcato le palle di rossetto, questo lo eccitava ancora di più, gli venne in bocca e gli restò ancora duro.
“Approfittiamone” disse lei pronunciando per la prima volta con una parola e non con un verso di piacere. Gli salì a cavalcioni e iniziò a godere come non capitava da mesi, forse anni, lui grosso, con le dita tozze affondate nelle natiche. Lei così depilata e bagnata da scivolargli dentro senza uno sforzo, eppure stretta come appena sposata, dopo tanta attesa. “Sei proprio una casalinga porca tu eh?”
E a queste parole, con ancora qualche goccia di sperma agli angoli della bocca che le colava. Antonietta venne con un grido e stringendo tanto le natiche da fargli male a un dito, lui che stava tentando di entrarle anche dietro.
La nostra casalinga bagnata iniziò a ricevere sempre più notifiche sul telefono, “dal gruppo di lettura”, diceva al marito, e smise di usare l’automobile, “motivi ecologici caro, certo ci si mette di più ma è molto meglio di un’auto privata… e poi non ci si annoia mai!”